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Casse professionali, orizzonte privato

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Mercoledí 27 Novembre 2013


Necessario un intervento chiarificatore per riaffermare la natura privatistica delle casse professionali. A sottolineare la necessità di sgombrare il campo da equivoci sulla natura degli enti di previdenza privati è Lello di Gioia, presidente della commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti di previdenza. Di Gioia - ospite di un seminario dedicato agli investimenti e alla Governance organizzato ieri a Roma dall'Enasarco - fa felice la platea individuando nell'intervento legislativo la condizione per consentire alle casse di assolvere la loro funzione in un contesto definito e certo. «Auspico e ritengo necessario - ha sottolineato Di Gioia - che da parte della politica possa esserci un intervento chiarificatore volto a riportare le casse professionali nell'alveo privatistico attribuito loro dal decreto legisltivo 509/94, senza peraltro sottovalutare l'importanza di mantenere un'attività di vigilanza in capo allo Stato, vista la rilevanza pubblica della materia».
Una dichiarazione di intenti che fa felice il presidente dell'Associazione degli enti pensionistici privati Andrea Camporese. «Con le sue parole il presidente Di Gioia ha accolto una richiesta che facevamo da tempo: per questo non possiamo che esprimere grande soddisfazione».
Ieri, per le casse, è stata la giornata delle buone notizie. Anche il ministero è d'accordo sulla necessità di allentare i controlli. Il direttore generale per le politiche previdenziali e assicurative del ministero del Lavoro, Edoardo Gambacciani, capisce la situazione di assediamento in cui si trovano gli enti. «La rete di controllo è troppo articolata - ammette Gambacciani -: ci sono 6-7 soggetti che controllano lo stesso ente, costretto a dare sempre le stesse risposte. Procedere a una semplificazione spetta però al legislatore - conclude Gambacciani -: la strada da percorrere è quella di focalizzare i monitoraggi sulla governance e gli investimenti, abbandonando il controllo formale per il sostanziale». L'invito alle casse a non perdere di vista la loro mission arriva dal presidente della commissione di vigilanza sui fondi pensione, Rino Tarelli: «I fondi pensione e le casse non possono trasformarsi in banche, serve coerenza con i propri obiettivi. In un mondo di crisi vanno bene gli investimenti sul mercato. Ci sono già molti impegni sul fronte del debito pubblico, ma è necessario evitare le derive». Una dichiarazione in linea con gli intenti del presidente della fondazione Enasarco, Brunetto Boco, che annuncia per gennaio l'inizio dei lavori sul nuovo statuto e un cambio di rotta, già in atto, sugli investimenti: mai più derivati e strutturati ma fondi immobiliari, guardando però anche oltre confine.
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Mercoledí 27 Novembre 2013
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